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(questo post è il terzo della serie “Infanzia Sperduta”)
Ho smarrito la via di casa, ieri sera.
Mi sono perso nel bosco. Ero solo – senza luce e senza mamma – alla disperata ricerca di un luogo che potesse accogliermi. E soprattutto proteggermi:
- Dalle bestie e dal buio.
- Dagli inganni.
- Da quello che non c’è e che io vedo.
- Da quello che io vedo e che non c’è.
Alla fine ho trovato un hangar. Sì, hai capito bene. Non la classica casetta|cappuccetto nel bosco ma un vero e proprio deposito abbandonato un tempo destinato ad accogliere aeroplani.
E sai poi cosa ho fatto? Mi ci sono infilato dentro.
E non ne sono ancora uscito.
Così questo hangar è diventato la mia prigione, oltre che fonte d’ispirazione per il terzo articolo della serie cult che sta terrorizzando un po’ tutto il web (non so se proprio “tutto tutto”, a dire il vero, ma a questo punto dell’articolo la frase ci stava da dio, no? Sembra il trailer di una nuova saga plurimilionaria, e io voglio assolutamente diventare plurimilionario).
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